“Ma chi ve l’ha fatto fare?” storia di due sorelle che hanno scommesso sul futuro
La rubrica #GiovaniSperanze si arricchisce della storia di Valentina e Federica, due sorelle, che hanno scelto di dedicarsi al futuro di chi vive la disabilità.
Quando doveva nascere ero contenta. Avevo una sorella, sai che bello avere anche un fratello? Mi immaginavo di coccolarlo e rincorrerlo. Di giocare insieme e anche litigare. Ma mio fratello non è nato come lo avrei voluto io. Lui era lui e le mie aspettative sono volate fuori dalla finestra.
Giò ha un ritardo cognitivo grave. Eppure non è stato il suo modo di essere a farmi capire cos’è la disabilità. Sono stati gli altri. Vedere mamma e papà sfiniti. Sentirsi gli occhi addosso se al ristorante arriva una crisi. Preparare i tuoi amici prima di farli entrare in casa…
Giò non è come noi. Eppure…
Lui ci ha portate a vivere fuori dagli schemi. Ha sviluppato la nostra sensibilità. Ci ha fatto capire che la vita bisogna riempirla, impegnandosi per qualcuno, per darle senso. Non la si può vivere stando sul divano!
Per questo ho deciso di laurearmi, di viaggiare, di fare l’insegnante per trasmettere la mia passione agli studenti. Nonostante fossi appagata, avessi un posto sicuro e ben retribuito sentivo un vuoto dentro. Mi mancava qualcosa.
Ho fatto ostetricia perché volevo essere utile. E lo ero, ma ho capito che era solo un lavoro quando ho iniziato a dedicarmi ad una pizzeria che fa inclusione lavorativa. Crescevo e imparavo insieme a ragazzi in difficoltà. Ed era lì che mi sentivo bene. Non in ambulatorio.
Poi c’erano i pranzi della domenica e tra un piatto e l’altro, in casa sognavamo. Mamma è un vulcano di idee e papà da vero imprenditore trasforma parole in fatti. Volevano migliorare la vita dei tanti Giò e delle loro famiglie. E noi abbiamo iniziato ad immaginare con loro. Lo facevamo così intensamente da arrivare al lunedì a scuola e in ambulatorio chiedendoci è davvero questo il nostro posto?
Saremo capaci di farlo? Noi siamo diverse, a tratti opposte, ma nel sangue circola lo spirito imprenditoriale e solidale dei nostri genitori. E poi abbiamo lo sguardo orientato nella stessa direzione. Così ci siamo prese per mano e ci siamo lanciate verso il futuro.
Il nostro cuore è qui a OpenHouse. È nelle carte da compilare, in mezzo ai campi, nei laboratori. È nella paura di sbagliare e nell’entusiasmo del fare. E’ negli occhi che ci brillano e nelle mani indaffarate di chi sta cambiando affinchè tutti possano godere della pienezza della vita.
A OpenHouse siamo felici. Abbiamo abbracciato la diversità. Abbiamo scelto un futuro bello per Giò, per chi non lo credeva possibile e persino per noi.
Valentina Sorce, 30 anni – Presidente Fondazione Giò
Federica Sorce, 27 anni – Presidente Cooperativa Sociale Giò
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