Claudio e quella casa che racchiude un mondo intero…
La rubrica “Giovani Speranze” si arricchisce con la storia di Claudio Vitale, 27enne, responsabile organizzativo e del personale di Una casa anche per te, che nella vita ha deciso di prendere alla lettera l’invito di Papa Giovanni Paolo II “Giovani, prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro!”
Da bambino mi vedevo in giacca e cravatta. Sognavo di diventare un manager. Chissà poi cosa mi immaginavo facesse un manager. Mi piaceva l’idea di essere elegante, di scendere dalla mia nuova e scintillante macchinona, di avere un ufficio galattico. E invece…
Eccomi qui con carte da visionare, conti da controllare, progetti da creare. Con le scarpe comode e l’agenda stracolma di appuntamenti perché per ogni bambino e ragazzo che vive in casa d’accoglienza si moltiplicano bisogni, impegni e appuntamenti. Quindi corro!
Non è stata una scelta facile. Perché non è facile farsi scivolare addosso le aspettative sociali. Guadagnare bene, essere figo, avere successo, diventare importante…ma importante per chi? Quando giro la sedia della scrivania e vedo il disegno che mi ha fatto Luisa comprendo. “Ti voglio bene, per sempre!” mi ha scritto. Lei che è solo una bambina ma sa già cosa conta davvero!
Il tempo, la presenza, il fare con e per gli altri. Una casa anche per te è un micro-cosmo. Un po’ perché i ragazzi sono italiani ma anche africani e arabi. Un po’ perché ci sono più culture, religioni, usanze. Un po’ perché i più piccoli vanno elementari e i più grandi sono poco più che maggiorenni.
Arrivano dai barconi o dalla tratta dei Balcani. Da soli. Arrivano dai tribunali che li hanno allontanati dalle famiglie d’origine italiane per proteggerli. Hanno fame di riscatto, di dare aiuto, di diventare qualcuno. E io penso alla frase di Papa Giovanni Prendi in mano la tua vita e fanne un capolavoro…
L’ho capito dopo 3 anni di Economia che non mi basta la sterilità dei numeri. Io avevo bisogno di stare con le persone. Di creare per dare futuro. Da volontario ho imparato che quando dai cresci sempre insieme all’altro. Così mi sono lanciato negli studi di cooperazione internazionale. Volevo partire ma poi…
È la vita che ti chiama! A me ha bussato la porta e mi ha fatto conoscere questa realtà. Che è una casa di accoglienza ma anche un luogo di crescita e di lavoro per i ragazzi. Qui ho sentito che c’era tutto il mondo di cui avevo bisogno e che io sarei potuto essere un pezzo di mondo per loro. Così mi sono fermato.
Solo geograficamente però! Perché ogni giorno è una nuova avventura! Imparo, progetto, metto in gioco me stesso perché la vita dei minori che incontro si trasformi in un capolavoro. Sai quando ti chiedono “Che lavoro fai?”. Ecco, bene bene non so cosa dovrei scrivere nel mio cv. Ma sai quale è la verità?
Per ora non mi importa…
Sono nel luogo giusto che mi chiede di essere Claudio prima di tutto!
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