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Non temere quello sguardo, fallo risplendere!

Nel quattordicesimo episodio del podcast “Intraprendenti. Storie di chi, nel Terzo Settore, genera futuro” Elena ci racconta come si può favorire l’inclusione delle persone con disturbi di salute mentale e scopriamo con il prof. Giorgio Mion gli strumenti per valutare l’impatto di una realtà sociale.

Elena ha occhi capaci di guardarti dentro. La curiosità per l’umano, le storie e i volti delle persone, la porta a studiare psicologia e psicoterapia. Approfondisce il tema dei disturbi di salute mentale e lo guarda negli occhi, non teme quello sguardo, ma restare chiusa nello studio in attesa dei pazienti non fa per lei. Elena vuole agire, stare in relazione, aiutare le persone a superare le differenze e farle risplendere!

Non temere quello sguardo, fallo risplendere!

Quando Elena arriva alla cooperativa Panta Rei costruisce un nuovo modo di guardare e interagire con chi presenta disturbi di salute mentale. Non più pazienti, ma persone. Uomini e donne valorizzati nelle loro abilità, che possono contribuire allo sviluppo della comunità e partecipare ai luoghi della socialità.

Elena non propone intrattenimenti ma lavoro. Azione, perché è attraverso il “fare” che si può combattere lo stigma della diversità. È nell’agire che si annullano le differenze.

La cooperativa Panta Rei

Panta Rei, una cooperativa che conta nel proprio Cda soci lavoratori anche con disturbi di salute mentale, nella relazione con la fragilità punta in particolare su due strumenti:

  • Il lavoro
  • Il superamento della barriera operatore/utente

Il lavoro è azione concreta, che cura, dà dignità alla Persona, la toglie da una condizione di marginalità ed esclusione e la inserisce nei luoghi della socialità.

Come? Le mansioni vengono personalizzate secondo le esigenze e le possibilità della persona fragile, che viene accompagnata dagli operatori; in contesti lavorativi reali, non edulcorati. Inoltre viene valorizzato il rapporto con la clientela, per rendere il soggetto protagonista di uno scambio autentico e immediato.

La cooperativa Panta Rei è una realtà imprenditoriale che gestisce attività in vari settori produttivi. La conduzione di un ristorante, un albergo, due bar, un laboratorio di trasformazione dei prodotti alimentari, una lavanderia, servizi di pulizia e di gestione del verde.

Altro aspetto fondamentale è il superamento della barriera operatore – utente, come opportunità terapeutica e come modalità di lavoro. Entrambi lavorano fianco a fianco con pari dignità e nel fare insieme costruiscono un terreno condiviso che annulla le differenze.

Il bilancio sociale e la valutazione d’impatto delle imprese non profit

Come valutare l’impatto economico e territoriale di un’impresa sociale? Attraverso il bilancio sociale, spiega Giorgio Mion, professore associato dell’Università di Verona. Una prescrizione normata anche dalla riforma del Terzo Settore, che non ne fa però l’ennesimo adempimento burocratico, ma un’occasione di dialogo con i propri stakeholders e uno strumento per la valutazione d’impatto.

  • Il bilancio sociale è un documento pubblico, pensato per dare informazioni sull’attività realizzata
  • ma è anche una sorta di percorso di autoanalisi, che permette di comprendere l’impatto prodotto sui beneficiari e misurare il valore generato.

Quali modelli utilizzare per valutare l’impatto economico e territoriale delle realtà del Terzo Settore? Non è applicabile la tradizionale logica contabile e difficilmente si possono definire misure standard adottabili da tutti gli enti. La risposta è ancora aperta e sicuramente troverà vari sviluppi in futuro: individuare dei modelli aiuterà a perfezionare gli interventi e a determinare un cambiamento anche nella loro progettazione.

Ti interessa il tema della salute mentale? Nella nostra rubrica “Sguardi Inclusivi” abbiamo consigliato un film che parla proprio di questo, non temere lo sguardo della diversità, ma farlo risplendere, scopri qual’è!