ZeroPerCento: la bottega etica che fa bene a tutti

ZeroPerCento: la bottega etica che fa bene a tutti

ZeroPerCento è la bottega di quartiere che vorresti sotto casa. Prodotti freschi, a chilometro zero e ad alto impatto sociale trovano spazio negli scaffali gestiti da persone con disabilità intellettiva. A Milano si acquista sostenibile e si promuove il valore del lavoro dignitoso per tutti.

È il 2015 quando a Teresa Scorza nasce un’idea: creare un progetto concreto per favorire l’occupazione. Con la sua Laurea in Economia e l’esperienza maturata nel lavoro aziendale e nel Terzo Settore, Teresa sa che da sole le idee non bastano. “Volevo creare un negozio di vicinato ma io di punti vendita non sapevo niente e dovevo capire come rendere sostenibile il mio pensiero!” racconta. Così Teresa muove i primi passi. Racconta la sua idea, trova le prime compagne d’avventura e partecipa ad un programma di accelleration arrivando a costituire la cooperativa Namastè e il progetto ZeroPerCento. In pochi anni la bottega capisce come diventare una presenza territoriale aprendo 2 negozi e contando su 150 produttori. Ma affronta anche le sfide pandemiche aprendo 1 canale online e differenziando il lavoro attraverso la realizzazione di catering e coffee break aziendali.

ZeroPerCento prima dell’essere bottega

Una bottega di quartiere che vende prodotti solidali, ad alto impatto sociale, creando percorsi di inclusione professionale per persone con disabilità intellettiva. Sulla carta ZeroPerCento ha tutte le qualità per diventare un punto di riferimento locale. Ma la realtà è più complessa di una presentazione e il primo spazio a canone calmierato dove alzare la saracinesca, ZeroPerCento lo trova nel 2016 vincendo un bando del comune di Milano. Peccato che il negozio è a Milano Nord, in un quartiere di case popolari, dove regna il degrado, lo spaccio e la diffidenza.

 “La nostra prima sfida è stata aprire un negozio in un quartiere in cui nessuno apriva attività da 14 anni e dove i redditi delle persone non avrebbero permesso loro di acquistare i nostri prodotti. Abbiamo capito fin da subito il segreto per fare impresa sociale: mai arrendersi!”.

Lo spirito di Teresa è condiviso tra i soci della cooperativa che, senza soldi, scelgono di promuoversi partendo da un semplice principio: portare il bello tra quelle vie della città. Colorano le saracinesche, danno vita a biblioteche a cielo aperto, portano rastrelliere per bici, piantano fiori, fanno rete con le realtà locali e con il loro banchetto partecipano a tutte le iniziative dei quartieri limitrofi.

ZeroPerCento la bottega inclusiva

La bottega rappresenta una palestra lavorativa a cui i servizi sociali, i centri per l’impiego e le associazioni di zona segnalano persone con disabilità intellettiva per lavorare sullo sviluppo di competenze che arricchiscano la persona e le consentano di trovare occupazione. “Attiviamo percorsi professionali per 10-12 persone l’anno che durano almeno 6 mesi” racconta Teresa. Si costruisce un percorso adatto alle persone: chi alla vendita, chi nella gestione del locale, chi in back office. “Insieme scriviamo il cv, monitoriamo quanti ne inviano alla settimana, forniamo metodi e strumenti per capire come cercare un lavoro e prepariamo ai colloqui” racconta Teresa. Ma il supporto prosegue anche quando la persona trova collazione in azienda attraverso follow up e accompagnamento a distanza. “Per sensibilizzare al tema lavoro-disabilità abbiamo scelto di lavorare in sinergia con le aziende: loro ci chiedono di formare le persone per alcune mansioni e noi le prepariamo!”.

ZeroperCento la bottega etica e sostenibile

All’interno dei punti vendita e sul canale e-commerce è possibile acquistare prodotti stagionali ad alto impatto sociale perché per scelta più del 50% dei prodotti proviene da realtà del Terzo Settore che promuovono l’inclusione lavorativa e valorizzano il lavoro delle persone. “Il prezzo è un prezzo equo perché riconosce la manodopera che ci sta dietro” afferma Teresa.  Prodotti etici e sostenibili perché la bottega favorisce lo sfuso e la riduzione del packaging sensibilizzando i consumatori ad acquistare ciò di cui hanno bisogno senza produrre sprechi. 

E il futuro?

“Ricordo quando all’inizio arrivavano i clienti nel nostro primo negozio e dicevano Chi è il pazzo che ha deciso di aprire qui? Ma poi accadeva una cosa strana. I clienti iniziavano a sentirsi responsabili del progetto e delle loro persone” racconta Teresa. Come se ZeroperCento fosse un seme di sostenibilità, bellezza e bontà di cui tutti vogliono prendersi cura e che la cooperativa condivide per costruire un futuro sostenibile per tutti!

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