Christian, da marinaio a psicologo per aiutare gli altri

Christian, da marinaio a psicologo per aiutare gli altri

La rubrica #GiovaniSperanze si arricchisce della storia di Christian, 27enne ligure, che nella vita ha abbracciato strade diverse fino a capire sulla sua pelle che star bene e far star bene gli altri è il più gratificante dei lavori.

A 15 anni pensavo che mai nella vita sarei diventato psicologo. Un po’ perché stare con chi soffre mi dava i brividi. Un po’ perché ero stanco di studiare già dopo i primi anni di liceo. Per questo ho cambiato scuola e ho preso il diploma come perito meccanico. Eppure quel lavoro non mi piaceva neanche un po’. La mia passione era il mare e lì volevo stare!

Ma ti immagini un marinaio sempre in viaggio? Sulla barca a vela o uno yatch? Con il sole sempre in fronte e solo con i suoi pensieri? Per me non c’era niente di più bello. Così ho lavorato sodo per prendere il libretto di navigazione e poi ho salpato l’ancora.

Per chiunque la mia vita era fichissima. Peccato che ero solo e dopo due anni di navigazione, pulendo i gabinetti, mi sono trovato a chiedermi “Davvero vuoi che la tua vita sia questo?”. E lì ho capito: non per forza la vita deve essere ristretta a una sola passione.

 “Si ma, cosa voglio fare?” mi chiedevo. Ho iniziato a fare il commesso, il cameriere e pure rivenditore di spiedini ma non capivo. Da mio padre ho imparato che quando hai delle paure le devi affrontare. Testa alta, un passo alla volta.

Ho scelto la psicoanalisi. Volevo mettere un punto al mio vagabondare, alle mie sofferenze emotive. Volevo dare un futuro alla mia relazione d’amore e smettere di scappare.  E pensare che c’è ancora chi dice “lo psicologo serve solo ai matti!”.  Lo sai cosa è successo? La relazione d’aiuto mi ha conquistato!

Mi ha dato uno sguardo nuovo che ha scatenato in me la necessità intima di stare bene e di far star bene gli altri. E alla fine l’ho fatto, mi sono iscritto a Psicologia, mi sono laureato e come sempre mi sono trovato a fare un lavoro davvero unico.

L’investigatore! Andavo a lavorare in camicia, ero un responsabile, i clienti mi chiamavano dottore. Wow! Cosa vuoi più di così? C’era che io cercavo davvero qualcosa di più e quel di più per me sono le persone.

Di cooperative non sapevo nulla fino a quando non sono arrivato in Lindbergh. Entrare al Centro Nuovo Volo è stato forte. Mi sono spaventato. Ho sentito gridare. Per la prima volta sono entrato in contatto con la disabilità. E ho avuto paura. Ma di cosa?

Qui ho scoperto che ci sono persone e non etichette. Che i modi di comunicare e usare il corpo sono forme di linguaggio. Che c’è chi ride e chi per ridere grida. La disabilità, anche quella grave, offre un modo di vedere il mondo che è puro. E io per la prima volta mi sono sentito grato. Perché loro mi trasmettevano benessere. Perché io posso contribuire al loro benessere.

In poco tempo ho compreso come si cresce insieme agli altri. E ho capito che quando aiuti le persone a stare meglio, a loro volta diffondono benessere. Un po’ come un contagio di Bene e sai cosa? Io voglio essere parte di questa onda infinita.

Christian Valdettaro, 27 anni – Cooperativa Lindbergh La Spezia –

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