GUSTAMUNDO: le culture si incontrano a tavola
A Roma, nella capitale che per eccellenza incanta in ogni suo angolo e affascina turisti provenienti da tutto il mondo, si trova un locale intimo e colorato, adatto a chi vuole vivere un’esperienza autentica e ricercata di cucina etnica ma anche di incontri di vita.
Gustamundo è il primo ristorante in Italia che offre un menù pensato e realizzato da migrati: rifugiati e richiedenti asilo. Un progetto di inclusione e integrazione che valorizza professionalità e competenze di chi vive situazioni di fragilità personali e sociali. “Volevo avviare un progetto di lavoro vero, non di autosostentamento, perché ritengo che il lavoro sia la prima vera occasione di integrazione” esordisce Pasquale Compagnone ideatore dell’iniziativa, da sempre attento alle tematiche sociali e gestore di un ristorante messicano attivo da quasi trent’anni.
Il ristorante è un luogo in cui il cibo diventa fonte di incontro culturale, scambio di esperienze e piacere per il palato. Qui le lingue del mondo trovano casa perché i dipendenti arrivano da Senegal, Mauritania, Mali, Costa d’Avorio, Guinea, ma anche Siria, Afghanistan, Iran, Iraq. Nel ristorante batte un cuore multietnico ed è facile interagire in italiano ma anche in inglese, francese e spagnolo sia per ordinare che per entrare in mondi sconosciuti, guardare il passato vissuto da persone in terre lontane e condividere i sogni da costruire.
“Circa 20 collaboratori lavorano in Gustamundo e ciascuno trova occupazione in base alle esperienze passate e alle proprie capacità: c’è chi organizza il ristorante, chi cucina, chi si occupa della sala e chi di delivery” afferma Pasquale, impegnato a trasformare le abilità dei dipendenti in qualità professionali da spendere in futuro. Negli anni si è attivata una rete di enti e organizzazioni sociali come CAS e SPRAR, Humiltas Onlus, Comunità di S. Egidio, Caritas Italiana e Congregazioni delle Suore della SS.ma Madre Addolorata con cui Pasquale collabora per offrire opportunità di inserimento lavorativo. Ma la solidarietà in Gustamundo si trasforma, diventa professionalità, attenzione al cliente e al gusto. “Fin da subito ho voluto che questo locale fosse un ristorante vero, in cui la gente mangi bene, conosca e ritorni – testimonia Pasquale – Non volevo che i clienti si trovassero ad accettare un servizio approssimativo, perché “sono migranti”. Per questo ho iniziato un percorso formativo con tutti i dipendenti affinchè imparassero a lavorare in una cucina italiana e in una sala che rispetti gli schemi culturali che si attendono i clienti, come l’ordine di portata, il tempo tra un piatto e l’altro, l’accoglienza in ingresso…”
Un sistema che prima dell’emergenza Covid godeva dell’apprezzamento di oltre 300 clienti al mese interessati a gustare i piatti proposti dai cuochi del ristorante come l’immancabile hummus, i falafel e il vero babaganoush di melanzane e pomodori fritti… un menù capace di abbinare sapori forti e delicati, spezie insolite e ricette spesso sconosciute. Ma Gustamundo non è solo un locale, è anche consegna a domicilio e servizio catering con “In Cammino – Catering migrante” per il quale ha ottenuto il certificato di eccellenza nel 2019 da Tripadvisor.
“Tutto in Gustamundo è multietnico. Bisogna imparare a lavorare con mentalità diverse e con approcci al lavoro e alla vita distanti. Le tempistiche, i pregiudizi, la scarsa considerazione di sé…questo posto insegna a recuperare fiducia, a guardare l’altro prima di giudicarlo, a rispettare la diversità. Anche tra loro perché non sono accomunati solo per la loro condizione di migranti. In futuro? Mi piacerebbe vederli autonomi e realizzati” racconta Pasquale pensando al domani. Un futuro fatto dalle loro mani e delle loro abilità perché la cucina è un’arte che si pensa, si sperimenta e si condivide.