Nel vuoto impari a volare: Fabrizia e il suo impegno per l’autismo
La rubrica “Donne che fanno la differenza” si arrischisce con la storia di Fabrizia Rondelli, ideatrice e Presidente dell’associazione L’Ortica, l’ente non profit che accompagna persone con autismo per riempire il vuoto sociale.
Fabrizia lo sa che un figlio le cambierà la vita…glielo ripetono tutti! Però lei è una donna ed è pronta a fare questo salto nel vuoto. E nel vuoto Fabrizia impara a volare.
Da bambina Fabrizia sogna cosa farà da grande: la veterinaria che gira le fattorie per curare animali feriti. C’è qualcosa nella cura della fragilità che la incuriosisce ma Fabrizia vive a Milano e la vita di città non è quella poetica dei libri… con i sogni non si trova lavoro.
“Studia lingue!” le consiglia sua madre. E lei lo fa chiedendosi però il perché. La sua vocazione è un’altra e se ne accorge quando tocca legno, sassi, creta e telai… Nel contatto con la materia Fabrizia riscopre sé stessa e comunica con i materiali pensando che non sono poi così diversi dalle persone.
C’è chi è più flessibile e chi più scontroso. Chi è morbido e chi marmoreo. Chi avvicina e chi è resistente… Fabrizia vende le sue creazioni come ogni artigiano. Ma lei non è un’artigiana qualsiasi, Fabrizia è un’artigiana della relazione. Solo che le ci vogliono anni per comprenderlo!
Ci vuole un figlio e una diagnosi. “Il piccolo è autistico” le dicono.
Autistico si ripete Fabrizia. E quindi? Si trova sola in una società che la lascia alla sua buona fortuna. È difficile capire dall’esterno: nel 2000 di autismo si parla ancora poco e non ci sono risposte per le famiglie. Solo vuoto.
Eppure Fabrizia osserva suo figlio e continua a pensare È solo un bambino e lei, come ogni altro genitore, desidera dargli un’unica cosa: futuro! Ha solo due scelte e lo sa, adeguarsi e accettare una vita di emarginazione oppure inventarsi qualcosa per lui.
Molla il lavoro, si iscrive all’Università e cambia vita. La sua e poi quella degli altri!
Diventa una pellegrina alla ricerca di spazi per proseguire nell’unica attività che suo figlio ama fare: tessere con la sua insegnante. Passa il tempo e una stanza non basta più: “Ho un bambino che ha dei disturbi…” “Siamo in difficoltà, non sappiamo come approcciarci” le dicono. Fabrizia affitta altre stanze, incontra le persone giuste e prende una decisione.
Fonda L’Ortica, un’associazione che a Milano e Pavia vuole essere la risposta alla solitudine di persone non comprese, spesso bullizzate o derise, senza amici, figlie di genitori che non sorridono al futuro pensando “Un giorno sarà grande e io diventerò nonno!” bensì di chi si chiede “Adesso cosa faccio?”. Fabrizia lo sa, la disabilità conta sulla creatività di chi non si arrende mai.
Il limite diventa una risorsa, cambia il pensiero e trasforma Fabrizia. Anima le sue abilità imprenditoriali che insieme a quelle educative e artigiane sviluppano opportunità. All’interno dell’associazione Fabrizia trova un nuovo equilibrio fatto di silenzi e parole, di presenza e tentativi.
Dei 20 ragazzi accompagnati nessuno è uguale all’altro e tutti le chiedono di dare il meglio di sé. Stancante? A volte. Ma Fabrizia adesso non è sola. Ha la sua famiglia, i suoi collaboratori e quei ragazzi che quando lei ha una “giornata no” la guardano e sorridono. In quei visi luminosi Fabrizia si rincuora perché ce l’ha fatta. Nel buio del vuoto ha acceso una lampada per illuminare il cammino di altri!
Lei è Fabrizia. Una donna che fa la differenza.
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