Manuele e il coraggio di cambiare le cose
Cosa accade quando la realtà non risponde ai bisogni veri delle persone? Cosa fare quando si guardano porte chiudersi e persone rimanere sull’uscio? Questa è la storia di Manuele Cicuti.
Quando nasce Manuele nascono anche nuovi desideri nei suoi genitori. Il bambino può fare cose grandi. Può diventare qualcuno! Magari un pilota d’auto. O un ingegnere. Oppure un medico. E mentre sognano sul suo futuro, Manuele compie 17 anni e oltrepassa una porta che gli cambia la vita.
Sono i movimenti maldestri, le frasi mangiucchiate, i sorrisi autentici che illuminano un viso intero ad incantarlo. Manuele torna a casa dal centro disabili pieno di gioia e non capisce il perché. Allora ritorna e la sensazione non cambia, anzi aumenta. Vuole dare e invece riceve. Riceve una felicità che non riesce a contenere, che non può esaurirsi in qualche ora di servizio.
Si iscrive a Scienze dell’Educazione perché vuole fare qualcosa di più. Ma un titolo di studio non gli basta. Vuole capire quali ragioni si nascondono dietro alla sofferenza. Così continua a studiare, si addentra nella menta umana e si specializza nell’approccio lacaniano della psicologia clinica. C’è un desiderio in ogni persona che nel qui ed ora orienta verso un domani sempre da scoprire. Manuele incontra bambini e adolescenti nelle strutture in cui lavora. Comprende che il desiderio muove il linguaggio delle azioni ed educa a nuovi comportamenti. Ma qualcosa lo turba.
Sente sempre più spesso bussare alla porta ma non vede entrare nessuno. Problematiche troppo importanti, comportamenti troppo aggressivi, troppe difficoltà famigliari, gli dicono. E così chi ha più bisogno resta escluso da un sistema incapace di prendersi cura. Chi risponde alla loro chiamata d’aiuto? Inizia a chiedersi sempre più spesso Manuele. Che fine fanno bambini, ragazzi e adulti incompresi dal sistema?
Manuele studia, cerca e comprende da grandi psicoanalisti che non esistono casi disperati e impossibili ma processi di accompagnamento modulari e diversificati. Sperimenta e intuisce le potenzialità della pratique a plusieurs mentre la sua domanda diventa un chiodo fisso: Chi risponde alla loro chiamata d’aiuto? Prende coraggio e decide che a Roma sarà lui a farlo.
Master, ricerche applicate e incontri con realtà già esistenti. Manuele si impegna ma le insinuazioni sul suo insuccesso sono all’ordine del giorno. È troppo difficile, gli dicono. Sei troppo giovane e concludono sempre con Come fai con i soldi? Le problematiche sono vere, sta mettendo su famiglia, la garanzia di riuscita è scarsa mentre sono alte le probabilità di fallimento. Ma poi una voce intima gli dice E’ questo il tuo desiderio? Prenditi le tue responsabilità e vai avanti. Trova compagni d’avventura e parte.
Il Desiderio di Barbiana prende forma e diventa un luogo protetto ed inclusivo adatto a bambini, adolescenti e ragazzi con autismo e complesse sofferenze psicologiche. Le due strutture residenziali, il progetto di agricoltura sociale e il birrificio artigianale creati consentono a 16 ragazzi e 40 operatori di sviluppare le migliori condizioni di vita e favorire l’emancipazione.
A 32 anni Manuele si innamora ogni giorno di più della sua scelta. Lascia che i ragazzi lo tocchino nel profondo e si addormenta pensando ai suoi tre bambini, alla loro felicità, alle incredibili opportunità che si creano quando le persone vivono per far vivere bene anche gli altri.
“Quando si tratta di persone, ne vale sempre la pena. Se andassi in pensione domani, verrei qui al centro ogni giorno e continuerei a fare quello che faccio”.
Manuele è un uomo che fa la differenza.
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