È BUONO:
Il gelato dei sorrisi

“Pensa se facessimo un laboratorio, un laboratorio che sa di buono, che unisce e offre percorsi professionali ai nostri ragazzi. Potremmo non lasciarli soli…”

Non sono difficili da immaginare le prime conversazioni tra i rappresentanti dell’associazione Consulta Diocesana di Genova e di Agevolando quando qualche anno fa avvertivano il bisogno di fare qualcosa, di esserci ancora per quei giovani in uscita dai percorsi di comunità o di affido.

Ragazzi comuni ma diversi dai loro coetanei. A loro infatti di arrivare a compiere 18 anni, l’età della patente, della firma legale, del voto e delle piccole responsabilità, non esalta. Anzi fa paura. Perché per loro diventare maggiorenni significa trasformarsi di colpo in adulti, uomini e donne senza più tutele sociali, considerati capaci di essere autonomi e indipendenti. Hanno quindi altri pensieri, altri desideri da esprimere alla fiamma svolazzante della candelina sulla torta: una vita serena, felice, tranquilla. Il coraggio di prenderla in mano e di costruire il futuro. Un futuro che però è già presente.

Cosa fare per non abbandonarli al loro destino? “I giovani d’oggi hanno bisogno di imparare un mestiere, di fare esperienza e avvicinarsi al mondo del lavoro. Questo vale ancora di più per chi ha vissuto all’interno di reti protette e si trova a dover affrontare una realtà nuova, senza più tutele – racconta Federico Zullo presidente di Agevolando e direttore di È buono – Così abbiamo deciso di avviare un laboratorio di gelateria artigianale per affiancare i ragazzi, trasferire competenze e renderli indipendenti”. Partiti con la formazione della Carpigiani Gelato University hanno investito sulla qualità professionale e hanno trasformato le ore di formazione in un sapere trasferibile da dipendente a dipendente.

Il gelato, il dolce più semplice che unisce e aggrega, si è dimostrato una strategia vincente.

“La lavorazione ha varie fasi che si abbinano bene sia alle capacità dei ragazzi sia alle loro fragilità sociali. Ci permette di inserire più persone nell’elaborazione del prodotto e questo alimenta la nostra mission” continua Federico. Infatti nella cooperativa sociale lavorano i 7 ragazzi assunti a tempo indeterminato e 25 i tirocinanti annuali ma grazie alle pratiche di work experience il numero di beneficiari aumenta anno dopo anno conteggiando circa 40 ragazzi che imparano l’arte della produzione del gelato o della sua vendita. 

Dall’apertura della prima gelatiera a Genova nell’agosto del 2016 ne sono seguite altre a Nervi, Bologna e Verona perché il progetto è bello, punta in alto e soprattutto perché il gelato è buono. Le materie prime sono selezionate e biologiche, la filiera di fornitori è scelta con accuratezza e testimonia l’impegno sociale e sostenibile di È buono. Sia nei gusti classici che in quelli più ricercati i prodotti raccontano storie a cui è difficile rimanere indifferenti. Dai mandarini provenienti dai terreni confiscati alla mafia, ai biscotti realizzati dai ragazzi in carcere, al primo pistacchio di Bronte biologico. Una bontà riconosciuta anche dagli 86 mila clienti che hanno fatto produrre più di 170 mila kili di gelato. 

Per tutti i giovani che accedono dentro ai laboratori e iniziano ad indossare la divisa bianca È buono non è solo una gelateria. “È un’occasione per creare un nuovo equilibrio, accedere a una casa e costruire relazioni su cui contare. Non è solo un lavoro ma è la possibilità di sapere che con le proprie capacità ce la si può fare in questo mondo, senza rimanere invischiati al passato ma rielaborandolo per costruire al meglio il futuro” conclude Federico. Un futuro che sa di buono.

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