La Bottega della Loggetta: una palestra per l’autonomia
A Faenza un’attività commerciale non profit per favorire l’inclusione lavorativa e sociale dei ragazzi con disabilità
Attraverso il bando Una Mano A Chi Sostiene, Fondazione Cattolica ha conosciuto il progetto Bottega della Loggetta, dell’associazione di volontariato G.R.D. (Genitori ragazzi con disabilità) di Faenza. Una piccola organizzazione non profit entrata nel cuore della propria città e che dai suoi sostenitori è stata premiata raggiungendo la quarta posizione come progetto meritorio del bando. Ecco chi sono!
G.R.D. nasce nel 2004 a Faenza da un gruppo di genitori di ragazzi con disabilità che desiderava un futuro diverso per i propri figli e voleva offrire loro nuove opportunità di inclusione sociale e lavorativa. “Volevano pensarli come persone attive per la comunità, per il territorio, come risorse. Dargli una responsabilità nella società” ci racconta Maria Sole Chiari, educatrice professionale socio-sanitaria dell’associazione. Le attività di G.R.D. nel tempo si sono articolate su più fronti. Accompagnamento delle famiglie fin dalla nascita dei loro bambini, con programmi di formazione e sostegno psicologico; progetti di inserimento lavorativo e di autonomia residenziale; attività ricreative.
La Bottega della Loggetta: una palestra per l’autonomia dei ragazzi con disabilità
La Bottega della Loggetta si ispira al sapore antico e al senso di solidarietà che si trovava nelle botteghe di una volta, quelle dove si era accolti sempre da un sorriso. È un negozio-laboratorio di alimenti locali, eco-sostenibili e biologici gestito da ragazzi con disabilità. Nasce nel 2013 e oggi vi lavorano 11 ragazzi accompagnati da un educatore. Ognuno di loro persegue gli obiettivi del proprio progetto di vita, ma le abilità che possono apprendere ed allenare in questo contesto sono molteplici e multidisciplinari, dalla sfera professionale a quella personale. Ad esempio, arrivare puntuali al lavoro, utilizzare un pc, relazionarsi con i clienti, gestire la contabilità, il magazzino e i rapporti con i fornitori.
La Bottega della Loggetta è una palestra per l’autonomia, un luogo in cui crescere e imparare un mestiere per poi proporsi nel mercato del lavoro.
Non solo vendita ma anche produzione e servizio: oltre all’attività commerciale, la Bottega organizza buffet producendo semplici stuzzichini o utilizzando alcuni dei prodotti in vendita.
Quelle della Bottega sono mura vocate all’incontro, alla relazione e allo scambio creativo. Proprio in quegli spazi, infatti, nel ‘900 aveva luogo il cenacolo artistico e culturale animato dall’artista Muky, scultrice e ceramista recentemente scomparsa. Nulla è casuale. “Questo negozio è un punto di riferimento per molti. Abbiamo tante richieste di inserimento – racconta Maria Sole – e abbiamo attivato anche collaborazioni con gli esercenti della zona, che aprono le porte delle loro attività e offrono ai ragazzi esperienze di tirocinio”.
È questo il quid in più che rende il progetto davvero efficace: uscire dall’isolamento e attivare il territorio alla partecipazione. La vera inclusione, infatti, è possibile quando la collettività decide di farsi carico del futuro dei più fragili trasformandosi così in comunità educante.
Work in progress
La Bottega della Loggetta si appresta a cambiare volto. Dalla vendita di prodotti alimentari e punto di riferimento per i gruppi di acquisto solidale, da marzo il negozio venderà abiti di seconda mano per bambini e materiali legati al mondo dell’infanzia. Un settore caratterizzato da grandi sprechi e che per questo permetterà di mantenere alta l’attenzione sui temi della sostenibilità e del riciclo. L’ambito merceologico originario sarà trasferito in un altro punto vendita, più centrale alla città di Faenza e implementerà una strategia più commerciale.
Strategie profit a servizio del non-profit
“Le scelte di vendita – spiega Maria Sole – non saranno più affidate agli educatori, che continueranno ad occuparsi della parte terapeutica, ma ad una persona dedicata assunta a tale scopo, che consentirà al negozio di confrontarsi ad armi pari con le altre attività della zona. L’obiettivo è che i clienti vengano da noi perché apprezzano il negozio e i nostri prodotti, non solo perché desiderano aiutare i ragazzi che vi lavorano. Questo fa parte di un cambio di mentalità della società che da anni cerchiamo di promuovere: la disabilità non deve essere intesa come un peso ma come una risorsa per la comunità”.
Gli altri progetti di G.R.D.
Se il primo sogno della GRD era quello di dare ai suoi ragazzi la possibilità di imparare un mestiere, il secondo è quello di aiutarli a vivere da soli in autonomia. Per questo due anni fa è nato il percorso “Provo a vivere da solo”. Due appartamenti semi-residenziali in cui 9 ragazzi con diversi gradi di disabilità vivono e allenano le loro autonomie quotidiane. Un progetto che sta già dando i suoi frutti: per due di questi ragazzi, infatti, si sta pensando l’inserimento in un contesto abitativo autonomo.
Infine, c’è il progetto “Crescere insieme”, che coinvolge adolescenti e famiglie in un percorso di confronto, condivisione e allenamento alle autonomie quotidiane. Cucinare, apparecchiare e lavare i piatti, orientamento stradale, utilizzo dei mezzi di trasporto pubblici, della bicicletta, cura del sé, utilizzo dello smartphone, svolgimento dei compiti in autonomia, gestione delle dinamiche relazionali.
La Bottega della Loggetta ha realizzato un modello efficace e innovativo che può essere replicato anche in altri contesti per favorire l’autonomia e l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità. Un altro progetto straordinario sulla stessa lunghezza d’onda è Zero Per Cento a Milano: lo conosci? Leggi questo articolo se vuoi saperne di più.