Banda Rulli Frulli: la musica strumento di integrazione
A Finale Emilia la Banda Rulli Frulli esplora una musica nuova, fatta di inclusione e sostenibilità ambientale. Quando suona l’orchestra il mondo musicale, e non solo, resta incantato perché la Banda è composta da oltre 70 strumenti creati con materiali di riciclo da ragazzi con diverse abilità
Il sogno che Federico Alberghini ha conservato per oltre 20 anni è diventato realtà nel 2010, quando insieme ad alcuni allievi della Fondazione Scuola di Musica Carlo & Guglielmo Andreoli recupera 5 secchi da una discarica. Fu il percussionista Luciano Bosi ad ispirarlo. Una sua rullata cambiò il mondo di Federico che a nemmeno 10 anni decise il suo futuro: “Capii che nella vita avrei suonato ma non suonato e basta! Volevo farlo con strumenti fatti da me, fatti da materiali di recupero” racconta il Direttore della Banda.
La storia della Banda
Il cestello di una lavatrice, un tubo, un coperchio, una pentola… quanti suoni esistono all’interno di ogni elemento? Quante melodie possono nascere dalle persone indipendentemente dalle loro capacità? La Banda Rulli Frulli nasce per creare un luogo in cui le diversità diventano fonte di crescita comune. Ragazzi di diverse età e con diverse abilità sono i protagonisti di una famiglia in cui la musica diventa lo strumento per stare insieme, creare e abbattere le barriere della differenza.
Insieme a Federico anche Marco Golinelli, Sara Setti e Federico Bocchi partono per l’avventura: creano una marching band composta da 7 elementi, suonano in piccoli concerti di strada, stupiscono con i loro secchi legati alla cinta e l’agilità delle bacchette. La Banda prende forma e in due anni i ragazzi iscritti raddoppiano. Ma poi succede che la vita cambia. Almeno a Finale Emilia.
La scossa di terremoto di magnitudo 5.5 colpisce la cittadina e rade al suolo case, strutture, sale prove. Lo sconforto si impadronisce degli abitanti, le persone vengono riunite in tendopoli in attesa di tempi migliori. Ma Federico con la sua ciurma non demorde “Insieme ad un’altra insegnante abbiamo iniziato la spola alle tendopoli per continuare a fare musica insieme ai ragazzi in uno spazio che ManiTese ci aveva offerto. Facevamo prove tutti i giorni, non dimenticavamo nessuno”. L’impegno della Banda Rulli Frulli scalda gli animi e in pochi anni il numero degli iscritti e di collaboratori si moltiplica arrivando nel 2016 ad avere 50 musicisti in tour in Italia e all’estero con dischi registrati, scenografie per ogni spettacolo e un’indistinguibile divisa marinaresca perché “la nostra Band è come una barca che salpa e viaggia nei mari” ammette Federico.
Una Banda unica e innovativa
C’è qualcosa di unico nel loro modo di fare che piace e coinvolge. Vengono invitati a suonare all’Expo, al Concerto del Primo Maggio a Roma, al programma televisivo Stasera Casa Mika del cantante. Il loro è un modello innovativo perché il gruppo valorizza tutte le abilità in una rete sociale di accettazione e rispetto reciproco. Per questo l’Archivio Italiano della Generatività ha riconosciuto il valore della Banda Rulli Frulli e ne ha studiato per tre anni il metodo.
Un metodo esportato in 5 città italiane che coinvolge 2800 persone e che appena possibile volerà a New York. “Nella Banda Rulli Frulli si cresce. C’è la preparazione, la trasferta, il concerto. Sai quali autonomie ha permesso di sviluppare ai ragazzi disabili? Loro che creano lo strumento, montano e smontano il palco, imparano ad organizzarsi il viaggio”. Un passo importante anche per i ragazzi senza disabilità “Non diciamo mai la disabilità altrui. Nei laboratori nasce la vera integrazione: vivi, comprendi, stai accanto all’altro. Sei valorizzato per quello che riesci a fare e questo costruisce un intento comune”. Pionieri di un modello unico, esibiti in 198 concerti a cui nemmeno il Papa ha saputo resistere chiamandoli a suonare vicino a sé davanti a 90mila persone. “Ci siamo allenati, abbiamo preparato i ragazzi a gestire le emozioni, ci siamo inventati un modo di vivere”.
Dalla musica nasce lavoro
Con la Banda Rulli Frulli cambia l’approccio alla diversità. Si è creata una comunità con le famiglie che ci seguono, tanto che di fronte al problema occupazionale dei giovani disabili hanno deciso di aprire “Astronave_lab” un laboratorio professionale che offre lavoro ai ragazzi diversamente abili altrimenti disoccupati. I materiali di recupero trovano nuova vita grazie a creatività, tecnica e artigianato che rende inclusivo il lavoro e bello l’oggetto finito. “Siamo partiti realizzando oggetti di design con legno recuperato dal mare. Oggi abbiamo 12 ragazzi, una ditta del territorio che contribuisce e una marea di volontari che sostengono l’iniziativa”.
Il futuro? È tutto da costruire. “Abbiamo scoperto che l’ex stazione delle corriere sarà in nostra gestione per 25 anni. Potremmo ingrandirci: sale prove, web radio, laboratori artigianali, studio di registrazione, laboratori per gli strumenti, ristorante e bar gestiti in collaborazione con le scuole locali…la mia era una passione ed è diventata fonte di inclusione. Questo spazio diventerà un’opportunità per i giovani” promette Federico.
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