Rivela: la cultura che crea comunità educanti
50 mostre itineranti realizzate a tema storico, artistico e sociale. L’associazione veronese Rivela opera in 3 regioni Italiane e 50 Località con una media di 20 mila visitatori a mostra. Grazie alla collaborazione con scuole, enti e cittadini, Rivela valorizza il significato dell’arte: lasciare che la bellezza esposta tocchi l’anima delle persone e le trasformi.
All’inizio degli anni 2000 alcuni amici si dilettavano ad organizzare mostre nella sagra di paese. “Siamo partiti da contesti semplici – racconta Ermanno Benetti presidente dell’associazione – e abbiamo compreso che coinvolgendo altre località avremmo potuto rendere più efficace la diffusione delle mostre. Così abbiamo provato!”. Bastano poche parole e nel 2003 Rivela realizza la sua prima mostra dedicata alla storia dei martiri in Messico in 9 parrocchie veronesi.
“La voce si è sparsa facilmente e alla fine del primo anno avevamo 24 richieste di collaborazioni. A quel punto ci siamo detti: facciamo più di una mostra!” e in pochi anni Rivela è diventata un riferimento culturale in città e fuori regione.
L’associazione Rivela
Rivela viene fondata nel 2002 con la finalità di realizzare mostre itineranti a tema storico, artistico e sociale per valorizzare il significato culturale e religioso delle manifestazioni locali. Quindici persone, tutte volontarie, opera all’interno dell’organizzazione offrendo le proprie competenze professionali utili alla realizzazione di una mostra. Possono essere mostre noleggiate, perlopiù mostre artistiche con un itinerario espositivo stabilito, oppure mostre progettate ed organizzate dall’associazione in base a bisogni e alle richieste dirette.
L’associazione è caratterizzata da una forma di carità. “Siamo tutte persone con ruoli sociali diversi: professori, dipendenti, liberi professionisti e casalinghe. Ma siamo tutti accumunati dal desiderio di trasferire gratuitamente la bellezza che c’è”.
L’obiettivo dell’associazione
Fin dai primi pannelli esposti, Rivela ha manifestato un ruolo educativo nel trasmettere cultura. Non ci sono lezioni accademiche che spiegano dipinti, ritratti e tele, bensì lo stupore dell’esperienza umana che attraverso una rappresentazione si sente toccata nella propria intimità. “Crediamo che l’arte, la bellezza e la cultura riferite all’esperienza cristiana contribuiscano al benessere delle persone e in questi anni abbiamo avuto il piacere di vedere questo nostro pensiero trasformarsi in realtà – testimonia Ermanno -. Persone che magari non avevano attrazione né per l’arte né per la cultura, conoscendoci hanno scoperto quanto sia importante per la propria vita. Scoprono quello che ci sta sotto, guardano con occhi diversi. Abbiamo visto fiorire le persone ed è una prova del nostro messaggio”.
Il coinvolgimento territoriale di Rivela
Per Rivela la mostra è uno strumento per testimoniare il bene, quel bene che favorisce tutti e per farlo la mostra deve essere innanzitutto incontro. Per questo l’associazione collabora con enti, parrocchie, musei, comuni per favorire la crescita delle persone: noleggia o organizza la mostra, offre un supporto pubblicitario e negli anni ha formato oltre 800 volontari e 350 guide. “Crediamo nella formazione esperienziale delle guide. Per prime sperimentano il percorso della mostra, scoprono l’importanza del fare esperienza di quel qualcosa di più che si sente, si vive, di fronte all’arte. Loro diventano i più preziosi testimoni perché trasmettono ciò che hanno vissuto”.
L’associazione lavora a stretto contatto con il territorio organizzando laboratori didatti che coinvolgono 2 mila studenti l’anno, concorsi scolastici e mostre per il sociale.
La rete scolastica di Rivela
Rivela collabora con le scuole del territorio in progetti di PCTO (alternanza scuola lavoro) che coinvolgono gli studenti nelle attività di studio delle mostre e di guida per i visitatori. Un’iniziativa che solo per l’ultima mostra “Il mio inferno. Dante profeta di speranza”, attiva fino al 29 maggio presso I Bastioni delle Maddalene, ha coinvolto 10 istituti scolastici e più di un centinaio di studenti.
“Per il futuro? Vorremmo trovare uno spazio in cui creare una collaborazione stabile con i ragazzi. Con la mostra su Dante è stato quanto mai evidente come i ragazzi, attraverso l’esperienza letteraria, abbiano guardato la loro vita attraverso una lente nuova. Tutto questo ci porta a voler proseguire!”
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