Impegnarsi per costruire un futuro migliore: Ellena e il welfare di prossimità

Fare la propria parte per costruire un futuro migliore: tra la testimonianza di Ellena e il welfare di prossimità

Scoprire una vocazione e metterla al servizio degli altri può dare un senso profondo al nostro vivere e all’impegno quotidiano. Ne parliamo nel quinto episodio di “INTRAPRENDENTI. Storie di chi, nel Terzo Settore, genera futuro” e approfondiamo insieme le caratteristiche del welfare di prossimità.

La storia di Ellena

“Ognuno di noi è qui per un motivo”, questo è il pensiero che ha dato forza ad Ellena per scoprire i suoi talenti.

Il primo incontro con l’autismo è per lei pieno di domande e con poche risposte: si rende conto che per stabilire un contatto deve trovare un linguaggio nuovo, che non si ancora alle parole ma passa attraverso l’ascolto e lo sguardo.

Ellena desiderava accompagnare le famiglie che affrontano la disabilità, disegnare con loro un futuro più inclusivo e sostenibile: questa vocazione si è tradotta nell’impegno politico cittadino e nella partecipazione alle attività di Cooperativa Sonda, dalla quale poi è nata Ca’Leido, un centro specializzato nell’autismo, per adulti e bambini, che offre attività laboratoriali, percorsi di affiancamento alla scuola ma anche occasioni in cui sperimentare l’inclusività sociale delle persone fragili attraverso centri estivi aperti a tutti.

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Il welfare di prossimità: peculiarità e potenzialità

L’urgenza di condivisione e di mettersi al servizio degli altri è il motore che muove anche il welfare di prossimità.

A differenza dei modelli tradizionali, quello capitalista che punta a riaffermare il ruolo di potere di chi lo elargisce e quello statale che prevede risposte universali, ma scarse e ostacolate da una burocrazia spesso scoraggiante, nel welfare di prossimità sono gli stessi cittadini a diventare interpreti dei loro concreti bisogni: la comunità mette in rete, in un’azione sinergica, tutte le sue risorse per adeguarsi all’evoluzione dei bisogni sociali, anche attraverso gli istituti della co-progettazione e della co-programmazione previsti dalla normativa del Terzo Settore.

In questa dinamica comunitaria hanno un ruolo fondamentale le organizzazioni sociali, sottolinea l’avvocato Lorenzo Pillon del Comitato Scientifico di Cattolica Assicurazioni, devono essere però orientate secondo coordinate che Ellena, con la sua testimonianza, ha dimostrato di aver ben individuato e messo in atto: l’ascolto, l’empatia e la capacità di essere di stimolo a reagire alla situazione di bisogno, provocando reazioni anziché fornendo risposte chiuse, mantenendo la pazienza di attendere i risultati e trovando il coraggio di assumersi la responsabilità sociale del proprio progetto e della propria azione.

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