Le reti territoriali che generano welfare comunitario
Nel ventiduesimo episodio del podcast “Intraprendenti. Storie di chi, nel Terzo Settore, genera futuro” Lidia Borzì, Presidente delle Acli di Roma, racconta il suo impegno nel costruire reti territoriali che generano welfare comunitario e Italo Sandrini, assessore del Comune di Verona, approfondisce i cambiamenti in atto nel Terzo Settore.
Lidia lascia la Sicilia per seguire il marito a Roma. La città è meravigliosa e piena di opportunità, ma Lidia cerca qualcosa che le ricordi il calore di casa.
Apre la porta di un circolo ACLI e le tornano in mente quei pomeriggi a giocare a tombola con il fratello Angelo, quell’aria fatta di progetti, relazioni e comunità. E proprio da lì parte il suo impegno nel sociale.
Sposa lo spirito delle Acli e lavora per creare reti, con ruoli sempre più impegnativi. Ispirata dalle parole di Papa Francesco, impara ad indossare un nuovo paio di occhiali invisibili per guardare oltre, sviluppa forme di welfare comunitario per contrastare la povertà.
Lidia diventa Presidente delle Acli di Roma, un arcipelago di 320 strutture che ogni anno accoglie oltre 120 mila persone, molte in condizioni di estrema fragilità. “Credo in chi prova ad essere straordinario nell’ordinario. Quando si ascoltano i silenzi e si vede anche chi sta nell’ombra, quando l’energia diventa conforto e il tempo aiuto concreto, allora riconosco l’essenza del donarsi”.
Le ACLI – Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani
Le Acli sono un’associazione di promozione sociale e dunque attive nel “promuovere” l’uscita delle persone da uno stato di vulnerabilità, non attraverso l’assistenzialismo ma in modo proattivo. “Come diceva Confucio” ricorda Lidia “se dai il pesce a una persona mangia un giorno, se gli dai una canna da pesca mangia tutta la vita. E noi cerchiamo di dare canne da pesca per quanto possibile”.
Sono state fondate 80 anni fa, nel periodo post-bellico e hanno avuto un ruolo fondamentale nella ricostruzione e nella nascita della Repubblica. Si reggono su tre pilastri storici, il lavoro, il chiesa, la democrazia e un quarto, indicato dieci anni fa da Papa Francesco, che è l’attenzione ai poveri.
Sono una struttura molto articolata: ci sono circoli, nuclei, strutture di base che raccolgono i bisogni del territorio, servizi come il patronato, i Caf e associazioni che si occupano di particolari soggetti o tematiche sociali. Ciò che caratterizza tutte queste declinazioni è “la capacità di tenere insieme pensiero e opere, in un circolo virtuoso, perché dal pensiero scaturiscono le opere e dalle opere poi si elaborano pensieri”.
Essere Presidente-ssa
Lidia nel suo percorso ha assunto ruoli di grande responsabilità, dalle deleghe a Governance, Famiglia, Progettazione sociale, 5xmille, al Premio Amico della Famiglia istituito dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, alla Commissione per le Parità e Pari opportunità nel lavoro del Ministero del Lavoro. Fino a diventare Presidente delle Acli di Roma. Nel tempo ha compreso che la cosa più importante quando si assume un ruolo di guida non è essere maestri, ma “testimoni credibili”.
Essere donne in un ruolo apicale rende le cose ancora più complesse. Tetti di cristallo, pari opportunità, divari salariali, possono essere superati solo attraverso un’alleanza con gli uomini. Un modus che ricalca i tratti distintivi dell’operare delle Acli:
- Collaborazione
- Prossimità
- Partecipazione
Per essere una buona guida, ci vuole passione, determinazione, capacità di visione, ma a volte irrompe l’imprevedibile. “A volte c’è quel qualcosa che non sai da dove arriva” racconta Lidia “che ti consente di raggiungere mete nemmeno sognate”. La Provvidenza. Bisogna saper guardare lontano, con generosità, nella “consapevolezza che ciò che stai seminando non sarai tu a raccoglierlo, ma qualcun altro dopo di te”.
I cambiamenti in atto nel Terzo Settore
Italo Sandrini, Assessore al Terzo Settore del Comune di Verona, sottolinea come il mondo di chi opera nel sociale stia inevitabilmente cambiando. Nuove sacche di povertà in aumento, dai bambini e ai nuovi poveri generati dalla pandemia. Una politica spesso impegnata più nell’organizzare summit e convegni che nel “mettere in campo politiche concrete”. Il volontariato che scarseggia di capitale umano a causa del mancato ricambio generazionale e del pensionamento in età sempre più avanzata. In tale contesto Sandrini esorta a un impegno concreto e personale, in forza di un rinnovato senso di comunità e coesione sociale. Immagina che il futuro del Terzo Settore sia soprattutto nella forma dell’impresa sociale e nell’istituzione di forme di coordinamento che favoriscano reti di collaborazione tra organizzazioni sociali.
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