B.plano: energia che crea sviluppo sociale
Di alcune realtà sociali colpisce l’energia con cui affrontano i cambiamenti. Come la cooperativa sociale B.plano la cui forza è impressa nel Dna statutario perché nasce a Vedano Olona in un periodo storico delicato, quando la crisi economica del 2008 si abbatte sul territorio e trascina nell’incertezza imprese e lavoratori. In un tempo in cui le aziende in Italia faticavano e alle volte chiudevano, nel piccolo comune in provincia di Varese si crea una nuova rete professionale per non lasciare che le persone più fragili restassero ai margini dello sviluppo.
“Era il 2013 e in quegli anni ero presidente di una cooperativa di servizi educativi – racconta Massimo Erbetta presidente della B.plano – ricordo che insieme agli educatori osservavamo i tanti, troppi ragazzi tra i 16 e i 20 anni che gironzolavano tutto il giorno senza una meta. Ci domandavamo Non dovrebbero essere a scuola? Se non vanno a scuola perché non cercano un impiego? Cosa possiamo fare per aiutarli?” stavano incontrando quella categoria di giovani che oggi sono conosciuti come Neet e che erano in cerca di dare un senso alle proprie giornate. Insieme ad un gruppo associativo di imprenditori locali si attivano per creare i primi inserimenti di alcuni giovani. “Erano piccole cose ma ci hanno fatto capire che i ragazzi cambiavano prospettiva, facevano, si muovevano. E così abbiamo iniziato a dialogare tra mondi, quello profit e il non profit. Dovevamo mettere a sistema una serie di opportunità lavorative, abbiamo fatto nascere la cooperativa, una cooperativa sostenuta dalle aziende limitrofe non per i loro soldi ma per il conferimento di lavoro” spiega Massimo.
B.Plano è diventata un luogo di incontro, scambio e confronto tra mondi diversi. Un laboratorio di relazioni in cui si intrecciano storie di dipendenti con fragilità e non (ben il 46% della cooperativa è costituito da lavoratori con diverse abilità psichiche, sensoriali e fisiche), dove si costruisce una visione comunitaria tra due mondi vicini quanto lontani come il profit e il non profit.
“L’operatività della Cooperativa si è costruita per intorno all’attività di assemblaggio e confezionamento svolto per conto terzi – testimonia Massimo – lavorare a contatto con il mondo imprenditoriale locale ci ha consentito di uscire dal recinto autoreferenziale nel quale vive la cooperazione. Abbiamo intessuto un dialogo aperto con le imprese, abbiamo cercato nei nostri linguaggi, nelle visioni di mondo e nelle rappresentazioni così diverse, dei tratti comuni per sviluppare il territorio insieme”. E così B.plano è diventata una cooperativa giovane che impiega 15 persone la maggior parte under 40 e ha attivato oltre 52 tirocini in sei anni. “Abbiamo costruito una bella rete con i servizi sociali, il collocamento mirato, le scuole professionali, il tribunale. Il nostro è uno staff ricco di competenze e capacità perché crediamo che dialogare con chi ha maturato esperienze diverse ci possa arricchire”. Questi dati che testimoniano la volontà dell’organizzazione di essere uno strumenti di integrazione sociale attraverso il lavoro.
Assemblaggio e servizi per conto terzi ma anche falegnameria e manutenzioni, saponi a tema, sartoria sociale, consulenze e progettazioni. “B.plano è un ambiente lavorativo in cui nascono le progettualità dai talenti delle persone. Qui le competenze tecniche e quelle soft si sviluppano. Si impara ad essere puntuali, a come stare in un reparto, si apprendono regolare basilari. Uno scenario vero di lavoro e di umanità che ci fa comprendere di avere fatto la scelta giusta quando vediamo i ragazzi arrivare con l’auto nuova, o quando ci raccontano le prime maternità o che inizieranno a vivere fuori casa con un compagno – dice Massimo – le cose della vita normale di cui tutti possono beneficiare”.
Una cooperativa dagli orizzonti aperti, capace di affrontare le sfide portate dai tempi. “A seguito del Coronavirus il 65% della nostra produzione è calato, perché le aziende con cui lavoriamo hanno ridotto le attività. Viviamo le problematiche che in molti stanno attraversando perchè dopo l’emergenza sanitaria arriva quella economica e sociale. Ma la nostra è una cooperativa fatta di persone, reti e incontri: “i servizi nascono per rispondere ai bisogni e per dare espressione ai talenti” ricorda il presidente. Così con la crisi parte un nuovo servizio di sartoria sociale rivolta a donne richiedenti asilo che si specializzerà in mascherine protettive e fasce alla moda per capelli. D’altronde, non poteva essere diversamente, perché l’energia propulsiva di B.plano è insita nelle sue radici.