Rubrica Sguardi Inclusivi: il terzo libro che ti consigliamo è…
Per la rubrica Sguardi inclusivi ti consigliamo il libro “Mio fratello rincorre i dinosauri” di Giacomo Mazzariol, per scoprire un nuovo punto di vista sulla realtà.
“Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà tutta la sua vita a credersi uno stupido”. Albert Einstein
Questo libro parla di disabilità, un argomento sicuramente delicato, ma non c’è retorica o pietismo tra le pagine del racconto perché a scriverlo è stato un ragazzo di 19 anni, che con la schiettezza e la semplicità della sua età, racconta come la diversità sia entrata nella sua famiglia quando è nato Giovanni, il fratello che ama i dinosauri, la musica, la Nutella, gli abbracci ..e si, ha anche un cromosoma in più.
La trama del libro consigliato nella rubrica Sguardi Inclusivi
Giacomo aveva due sorelle e desiderava tantissimo un fratellino con cui fare giochi da maschio. I genitori un giorno annunciano il suo arrivo: si chiamerà Giovanni e sarà speciale. Nella mente di Giacomo, un bambino di cinque anni, speciale significa supereroe, ma man mano che passa il tempo Giacomo scopre che suo fratello ha la sindrome di Down e teme che questa diversità possa allontanare anche lui dal branco dei “normali”. Così c’è il rifiuto, pieno di sensi di colpa, di quel fratello che gioca sempre con i dinosauri ma non sa stare al suo passo. Piano piano però Giacomo capisce che Giovanni i superpoteri li ha davvero: sa creare mondi, stabilisce un rapporto speciale con chiunque entri in contatto con lui e la sua vita è fatta di istantanee, di momenti presenti vissuti con inestinguibile entusiasmo.
Tutti siamo fatti diversi e nessuno di noi è “abile” in ogni campo, è solo una questione di sguardo, che può aprirsi davvero quando eliminiamo le distinzioni e scegliamo semplicemente di amare.
Da questo libro nel 2019 è stato anche tratto un omonimo film di Stefano Cipani, che potete vedere su Rai Play.
Perché ti consigliamo di leggere questo libro?
Consigliamo questo libro perché parla di disabilità con leggerezza, ironia e affetto, in una parola, con normalità. Propone un punto di vista ancora poco esplorato, quello dei siblings, i fratelli di persone con disabilità ed è un’occasione per riflettere su come la nostra società affronta il tema della diversità e come potremmo invece aprire nuovi orizzonti.
Lo stigma sociale nei confronti della disabilità è ancora un grave problema: spaventa, viene ignorata e talvolta schernita. Eppure la diversità fa parte della vita, gli esseri viventi su questo pianeta sono multiforme: per quale motivo allora è necessario stabilire una gerarchia?
La disabilità ha tempi, codici, abilità diverse da quelle cui siamo abituati, ma chi dice che siano migliori delle “nostre”, quelle più comuni? Chi ha scelto che un mondo è giusto e l’altro è diverso? Abbiamo costruito una società dove solo i tempi, i codici e le abilità dei cosiddetti normali trovano posto, ma forse è possibile innescare un cambiamento, aprendo lo sguardo con amore e meraviglia, educando le comunità ad accogliere la diversità, progettando spazi accessibili a tutti e costruire così una società più inclusiva.
Le persone affette da sindrome di Down in Italia
La sindrome di Down è causata da un’anomalia cromosomica e provoca vari effetti su salute, stili di apprendimento e caratteristiche fisiche.
Non esistono statistiche esatte, ma secondo le stime in Italia vivono circa 40.000 persone con la sindrome di Down, ogni anno ne nasce affetto circa 1 bambino ogni 1.200.
Negli ultimi anni l’aspettativa di vita è significativamente aumentata, passando dai 10 anni negli anni ’60, ai 25 anni del 1983, fino agli oltre 60 attuali. Attraverso un approccio integrato impostato fin dai primi mesi di vita le persone con la sindrome di Down possono condurre una vita serena e produttiva. Per il benessere delle persone e l’acquisizione di un ruolo sociale, una componente essenziale è però il lavoro e sul fronte dell’inserimento lavorativo c’è ancora molto da fare: secondo l’associazione italiana delle persone Down, ad oggi in Italia solo il 13% di loro ha un lavoro e un contratto regolare. Proprio di questo si occupano alcune realtà che Fondazione Cattolica ha incontrato in questi anni, come Fondazione Più di Un Sogno di cui potete leggere in questo articolo o la cooperativa sociale Lindbergh.