Come si diventa imprenditore sociale

Leggi, Decreti legislativi e Codice Civile regolamentano l’impresa sociale chiarendone i confini, le finalità e gli obiettivi. Ma cosa implica diventare un imprenditore sociale? Quali sono le caratteristiche che definiscono questa figura e che la differenziano?

Lo abbiamo chiesto a Michele Resina, Presidente della cooperativa sociale M25, realtà nata per accogliere e includere socialmente e lavorativamente, persone che vivono situazioni di disagio e difficoltà. Oltre ad un centro diurno focalizzato sulla salute mentale e al bicipark in cui vengono custodite e noleggiate biciclette ai cittadini, la cooperativa ha attivato alcuni laboratori nella casa circondariale di Vicenza. Con il progetto Libere Golosità ha riscattato un forno per creare opportunità formative ed occupazionali per i detenuti. I prodotti da forno dolci e salati sono diventati uno strumento per lavorare sulle proprie responsabilità e disegnare nuovi futuri.

Michele, chi è l’imprenditore sociale?

Bene definisce l’impresa sociale il D. Lgs del 3 luglio 2017 n. 112 ricomprendendo nella categoria “tutti gli enti privati, inclusi quelli costituiti nelle forme di cui al libro V del Codice Civile, che esercitano in via stabile e principale un’attività d’impresa di interesse generale, senza scopo di lucro e per finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, adottando modalità di gestione responsabili e trasparenti e favorendo il più ampio coinvolgimento dei lavoratori, degli utenti e di altri soggetti interessati alle loro attività”. Già la legge 381/1991 aveva individuato quale scopo principale delle cooperative sociali quello di perseguire l’interesse generale della comunità alla promozione umana e all’integrazione sociale dei suoi cittadini.

Fare impresa sociale, significa promuovere e perseguire con la propria attività interessi di carattere generale, solidaristici, di utilità sociale. Finalità che deve orientare fin dalla sua costituzione qualsiasi esperienza che voglia caratterizzarsi come tale.

Qualsiasi imprenditore sociale presuppone la necessità di assumere modelli di gestione capaci di favorire il coinvolgimento dei lavoratori, degli utenti e degli stakeholder in genere, i cui contributi sono ritenuti essenziali per il raggiungimento dello scopo dell’impresa.

Si tratta in altre parole di definire sistemi organizzativi aziendali in cui, chi vi lavora all’interno, viene assiduamente coinvolto mediante forme di coordinamento costante e dove le regole della subordinazione tecnico-funzionale non sono quasi mai assoggettate a specifiche e vincolanti direttive, né sono caratterizzate dalla estraneità del risultato operativo.

Si diventa imprenditori sociali quando le finalità e i sistemi organizzativi sono coerenti con il modello. Lo scopo di lucro non è perseguibile nell’impresa sociale, ma viene sostituito dalla ricerca di senso e di gratificazione derivanti dal perseguire la promozione umana dei cittadini e la loro integrazione sociale e territoriale.

Alcune abilità richieste a chi vuole intraprendere la strada dell’impresa sociale sono:

1. Saper trovare risposte ai bisogni

Gli imprenditori sociali vengono investiti delle difficoltà e dai bisogni di un territorio. Non ci sono risposte standard adattabili alle situazioni ma ogni situazione ha bisogno di essere ascoltata e affrontata con originalità. L’imprenditore sociale non si rapporta con problemi ma con persone, considera la diversità una risorsa. Sono questi i tratti caratteristici che permettono di sperimentare nuove strade che guardano al di là di quello che è semplicemente convenzionale.

2. Dare valore alle risorse a disposizione

L’imprenditore sociale valorizza in modo creativo le persone e le reti sociali che ha a disposizione. Crea un ambiente di lavoro in cui le persone si possono sentire sicure ad essere quello che sono. Cose straordinarie iniziano ad accadere quando si ha la possibilità di portare al lavoro quello che siamo, eliminando le divise e le maschere professionali. L’imprenditore sociale sa tirare fuori il meglio da ogni collaboratore, definendo ruoli e funzioni appropriate, così da rendere ciascuno soddisfatto della propria missione.

3. Umanizzare i rapporti e favorire l’inclusione

 Gli imprenditori sociali sanno che il cambiamento è complesso e difficile da ottenere; umanizzare le relazioni di aiuto e l’inclusione riduce i tempi della cura e aiuta a guarire prima. L’ascolto, l’empatia e la collaborazione generano cambiamento. L’imprenditore sociale sa che il successo dipende dalla capacità di includere gli altri nella progettazione, realizzazione e valutazione delle soluzioni. La domanda che si pone non è come creare regole migliori, ma come supportare i gruppi a trovare la migliore soluzione.

4. Superare i modelli organizzativi piramidali

Nelle strutture piramidali sono necessari incontri a tutti i livelli per raccogliere, filtrare e trasmettere informazioni su e giù per la catena di comando. Nelle imprese sociali le riunioni vanno ridotte al minimo indispensabile e i processi decisionali devono coinvolgere le prime linee. Servono incontri essenziali, che coinvolgano i gruppi di lavoro, per allinearsi e prendere decisioni, quando un argomento necessita di attenzioni, con le persone competenti intorno ad un tavolo, eliminando la proliferazione di funzioni strutturate e superflue.

5. Saper porre come obiettivo il cambiamento

L’imprenditore sociale ricerca soluzioni capaci di generare cambiamento e sa che questo va misurato nel lungo temine; diffida dei cambiamenti facili da ottenere. Il cambiamento vero è quello che sa generare modelli nuovi di gestione, visioni rinnovate delle cose; è quello reale e misurabile non basato solo sulle buone intenzioni

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