Terzo settore? Ecco perchè investire sulla formazione dei giovani
Sono sempre di più le organizzazioni sociali che desiderano lasciare ai giovani l’eredità delle mission avviate. Per farlo il Terzo Settore deve investire sulla formazione dei giovani. Le buone pratiche, il pensiero comune, le azioni orientate verso il futuro, insieme alle competenze tecniche dei giovani, possono fare la differenza.
Questa esigenza ha spinto Fondazione Cattolica ad avviare Generiamo il futuro, il percorso formativo rivolto ai giovani degli enti non profit e alle figure senior che ne accompagnano la crescita perchè siamo convinti che il Terzo Settore deve investire sulla formazione dei giovani. Un ciclo composto da 12 incontri realizzati tra novembre e febbraio, in cui i 63 partecipanti hanno potuto conoscere e approfondire tematiche con docenti e professionisti del mercato.
Perchè i giovani sentono il bisogno di formazione
“La realtà sociale è in continua evoluzione, il mio ruolo sta cambiando…” racconta Filippo cooperativa sociale Sonda. In un momento storico particolarmente delicato “questa proposta mi è sembrata un segno: stavo mettendo in discussione il mio lavoro, il mio ruolo, il mio permanere all’interno dell’organizzazione” continua Martina ACLI Verona perché “a volte i giovani cooperatori si sentono come mosche bianche nel tessuto economico. Poter condividere esperienze, buone prassi e suggestioni con persone che vedono nel Terzo Settore un’opportunità di crescita personale, di partecipazione ad un’economia che punta ai valori e sviluppo professionale, è fondamentale” ammette Andrea cooperativa sociale Pantarei.
L’esito del percorso formativo
Nonostante gli appuntamenti si siano svolti online “si è creata una rete di relazioni che mi ha trasmesso una bellissima sensazione di fiducia” racconta Giulia associazione Orizzonte, una fiducia che ha aiutato a comprendere il significato e l’importanza dell’aspettativa che gli enti sociali ripongono nei giovani. “Possiamo raccogliere un testimone pesante perché abbiamo il desiderio di dare continuità a un nuovo modo di pensare che contrappone all’idea di eccellenza ed efficienza individuale, il valore della fragilità e del concetto di comunità” rivela Michele cooperativa sociale Vale Un Sogno.
Riflessioni professionali sul settore e sull’economia hanno permesso ai partecipanti di apprendere e sviluppare le tematiche incontrate nel percorso all’interno dell’organizzazione. Consapevolezza, forza di volontà, energia rinnovata ma anche motivazione, significato del fare e voglia di rivitalizzare le relazioni negli enti sono solo alcuni dei benefici pratici che i giovani hanno portato a casa dall’esperienza.
Le conoscenze specifiche e le suggestioni tecniche portate dai docenti si sono unite alla trasmissione di un senso non convenzionale. “Mi sono portata a casa un’energia positiva che non è traducibile in parole. La riscoperta di me e delle mie potenzialità. La consapevolezza che si può essere fragili perché nell’imperfezione a volte c’è il valore aggiunto che rende speciali. La certezza che essere sognatori e pensare di poter cambiare il mondo non è poi un pensiero così folle” riferisce Martina perché quando si condivide si scopre che non si è soli “ci si mette in rete e si crea una cultura da far conoscere e da diffondere anche al di fuori delle nostre organizzazioni” continua Andrea.
Una rete in evoluzione e in crescita perché come racconta Giulia “abbiamo bisogno di trovare persone che veicolano questi messaggi. L’energia che ne nasce è nutriente per il nostro lavoro!”.