• Home
  • Agenda
  • Rubrica Sguardi Inclusivi: il terzo film che ti consigliamo è…

Rubrica Sguardi Inclusivi: il terzo film che ti consigliamo è…

locandina film Fortunata

Per la rubrica Sguardi inclusivi ti consigliamo il film “Fortunata” di Sergio Castellitto, per scoprire un nuovo punto di vista sulla realtà.

Fortunata è un film del 2017 di Sergio Castellitto, con un cast di attori italiani di primordine, come Jasmine Trinca, Stefano Accorsi, Alessandro Borghi ed Edoardo Pesce.

Cosa significa essere fortunati? Un biglietto vinto alla lotteria? Ottenere tutto ciò che dalla vita desideri? Il destino non ha riservato alla nostra protagonista una vita semplice ma il suo nome, Fortunata, come dicevano i latini, ce ne consegna l’essenza. È fortunata perché ha la fortuna di avere una forza interiore straordinaria, nonostante un’esistenza complessa e faticosa.

La trama del film consigliato dalla rubrica Sguardi Inclusivi

Fortunata è una giovane madre della provincia romana, si mantiene lavorando in nero come parrucchiera a domicilio e sogna di avere un salone tutto suo. Alle spalle ha un matrimonio finito con un marito violento, Franco, un vigilante gretto e maschilista, che nonostante la relazione sia terminata rivendica il proprio “potere” sulla donna e la tormenta con insulti e aggressioni. La bambina, Barbara, ha 8 anni e sputa, spesso. È così che manifesta il suo disagio per la separazione dei genitori ed è per questo che i servizi sociali le affiancano uno psicoterapeuta infantile, Patrizio. Dall’incontro con questo specialista, nasce una passione travolgente, ma per Fortunata la ruota continua a girare nel verso sbagliato.

Alla “corte dei miracoli” di questa eroina popolare, partecipa anche Chicano, un ragazzo dall’animo buono ma bipolare e tossicodipendente, che si prende cura della madre malata di Alzheimer, Lotte, un tempo attrice teatrale, che ora vive imprigionata nel ruolo di Antigone.

È una vita difficile quella di Fortunata, ma una fiamma dentro di lei non si spegne mai. La sua forza interiore le consente di guardare sempre oltre gli ostacoli e la sua presenza luminosa illumina chi le sta accanto.

Perché vi consigliamo il film Fortunata?

Vi consigliamo questo film perché affronta il tema della violenza di genere, una piaga sociale che anche nel nostro Paese è lontana dall’essere sconfitta e necessita di una presa di coscienza da parte di tutti.

Ve lo consigliamo perché in mezzo a un clima mortifero che si respira fin dalle prime scene del film, con una sposa che indossa una corona di crisantemi, la vitalità selvatica e ferina di Fortunata è salvifica. “Impara a respirare, a godere del fatto che siamo vivi” dice la protagonista, perché la vita è piena di difficoltà ma, come lo psicologo suggerisce alla bambina, si può coltivare la forza interiore, imparare a superare gli ostacoli e vedere cosa c’è oltre la barriera.

La violenza di genere

“E’ violenza contro le donne ogni atto di violenza fondata sul genere che provochi un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse le minacce, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà”. Così recita l’art 1 della Dichiarazione delle Nazioni Unite sull’eliminazione della violenza contro le donne del 1993.

I dati però sono ancora allarmanti:

  • Nel mondo la violenza contro le donne interessa 1 donna su 3
  • In Italia i dati Istat mostrano che il 31,5% delle donne ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale.
  • Le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner o ex partner, parenti o amici.
  • Gli stupri sono stati commessi nel 62,7% dei casi da partner.

I dati del Report  del Servizio analisi criminale della Direzione Centrale Polizia Criminale aggiornato al 20 novembre 2022 evidenziano che:

  • nel periodo 1 gennaio – 20 novembre 2022 sono stati registrati 273 omicidi (+2% rispetto allo stesso periodo del 2021), con 104 vittime donne (- 5% rispetto allo stesso periodo del 2021 in cui le donne uccise sono state 109)
  • le donne uccise in ambito familiare/affettivo sono state 88 (- 6% rispetto dello stesso periodo del 2021 in cui le vittime sono state 94). Di queste, 52 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner (-16% rispetto alle 62 vittime dello stesso periodo del 2021).

La violenza sulle donne è anche un problema di salute pubblica: i dati Inail evidenziano che nel dal 2017 al 2021 tra gli infortuni femminili sul lavoro, la causa «violenza, aggressione e minaccia», da parte di colleghi o esterni , rappresenta oltre il 5% dei casi codificati. Circa 20.500 infortuni nell’intero quinquennio (poco più di 4.000 l’anno).

Il ruolo del Terzo Settore nella lotta alla violenza sulle donne

Le donne vittime di violenza possono oggi trovare sostegno nei Centri antiviolenza e nelle Case rifugio, che in Italia però sono ancora pochi e la loro distribuzione sul territorio nazionale non è omogenea. In questo scenario, il Terzo Settore svolge un ruolo cruciale. Secondo gli ultimi dati Istat disponibili, nelle case rifugio prestano servizio 2.421 operatrici e nel 30% dei casi si tratta di volontarie. Nei Cav il dato è ancora più alto: le volontarie sono il 49,3% di tutte le 4.393 operatrici.

Fondazione Cattolica in questi anni ha conosciuto realtà che si occupano di dare sostegno alle donne vittime di violenza, che cercano protezione e occasioni di reinserimento sociale e lavorativo. Alcuni esempi sono Famiglia Materna di Rovereto, che contrasta la violenza di genere attraverso il sostegno delle vittime e la rieducazione degli uomini maltrattanti e la cooperativa sociale Nuovi Incontri di Benevento, che si occupa di accoglienza e supporto per donne vittime di violenza.

Ti incuriosisce questo film? Ecco alcune chiavi interpretative con cui guardarlo

Pericolo spoiler!

I film spesso presentano diversi piani di lettura e celano narrazioni simboliche che viaggiano parallele la trama del film. Uno di questi è il tema dell’acqua o meglio del mare. Lo ritroviamo nella morte del padre di Fortunata, nel suicidio di Lotte, nella seduta di sandplay therapy cui viene sottoposta Barbara, nella visita all’acquario di Genova e al termine del film, quando Fortunata e Patrizio si lasciano in riva al mare.

Nel passato l’iconografia della dea Fortuna contemplava diverse varianti. Una versione, che deriva dalla Venere Marina, la vedeva come una fanciulla nuda che si muove sulle acque con un timone in mano, per il suo ruolo di guida. La nostra Fortunata è forse una guida? Lei che di errori ne ha commessi tanti, che si è sempre lasciata guidare dalle emozioni, volubile e cieca come la dea? Probabilmente si ed è così che si presenta al termine del film, con le sue ali da farfalla tatuate sulla schiena, che avanza nuda verso il mare.

Un altro tema ricorrente è il mito di Antigone, l’eroina classica che per antonomasia si ribella al patriarcato e che viene sacrificata dagli uomini (il re di Tebe Creonte) per gli uomini (il fratello Polinice cui non viene concessa degna sepoltura). Anche Fortunata è invischiata in legami tossici con il mondo maschile: il padre, l’inaffidabile Chicano, il violento Franco, il vile Patrizio. Tutte figure che piano piano si dileguano e rivelano la loro fragilità. Chi sopravvive è Fortunata, che alla fine del film ci saluta con la sciarpa rossa di Lotte-Antigone, che smaschera la meschinità degli uomini e ritrova la figlia Barbara, un’altra piccola ribelle.

Ti incuriosisce questo cambio di rotta della cultura femminile? Leggi il nostro articolo sul libro “Storie della buonanotte per bambine ribelli”, potrebbe piacerti 😉

Fonte dati:

Ministero della Salute


Commento

I commenti sono chiusi.

Fondazione CattolicaVerona
Via Adua, 6 37121 Verona (Italia)
T. +39 045 80 83 211

fondazione.cattolica@generali.com

Governance - Note legali - Statuto - Modello 231 e procedura WhistleblowingPrivacy e Cookie policy

©2022 Fondazione CattolicaVerona - Codice Fiscale 03568950236

Seguici sui Social: