Volontariato d’impresa? Ecco perchè e come puntarci!
La percentuale di aziende italiane che stanno scegliendo di investire in azioni di Corporate Social Responsability è in crescita. Ma siamo convinti che le iniziative corrispondano a strategie vincenti sia per le imprese che per gli enti del Terzo Settore?
In Italia, secondo un’indagine condotta da Osservatorio Socialis, dopo il 2020, il 96% delle imprese ha investito in attività filantropiche di Corporate Sociale Responsability (CSR) attraverso iniziative che hanno favorito un miglioramento reputazionale, l’aumento della soddisfazione da parte dei dipendenti e rinvigorito il senso d’appartenenza. Nell’ultimo decennio le iniziative di CSR mantengono un investimento finanziario in costante crescita e il 26% delle aziende dichiara di impegnarsi in attività di volontariato aziendale all’interno del contesto imprenditoriale, con donazioni sul territorio e in casi più limitati anche all’estero.
Le forme di volontariato d’impresa
Il volontariato d’impresa è una forma di supporto incoraggiata dall’azienda per organizzare attività di partecipazione del proprio personale alla vita della comunità locale, supportando organizzazioni non profit durante l’orario di lavoro. Secondo la normativa l’azienda può adottare molteplici le formule:
- Volontariato aziendale: durante l’orario lavorativo i dipendenti si dedicano ad attività di servizio a beneficio di un’organizzazione
- Community Days: iniziative di volontariato della durata di uno o più giorni in cui è coinvolta l’intera azienda
- Team Grant: erogazioni da parte dell’azienda a fronte di un lavoro di volontariato realizzato da un team di dipendenti
- Servizi pro bono: concessione gratuita di servizi o di specifiche competenze professionali al servizio di coloro che non sono in grado di affrontarne il costo
- Programmi di leadership:offerti a manager, dirigenti, membri del CdA, per supportare per un periodo di tempo variabile un’organizzazione non profit
- Volontariato di competenza: si fa riferimento a molteplici forme di impegno solidaristiche attraverso le quali i dipendenti delle aziende (dai dirigenti apicali agli impiegati esecutivi, passando per le figure intermedie nella piramide organizzativa) mettono le proprie capacità professionali al servizio della comunità, principalmente durante l’orario di lavoro, perciò con l’autorizzazione dei propri capi.
I vantaggi del volontariato d’impresa
Il volontariato d’impresa registra un vantaggio tangibile per le aziende in merito alla reputazione dell’immagine aziendale. Le imprese intervistate da un’indagine Bocconi nel 2021, hanno constatato:
- aumento della motivazione del personale;
- miglioramento del clima interno;
- sviluppo di maggiori opportunità sul mercato con una migliore fidelizzazione della clientela.
I vantaggi non si esauriscono però alle aziende perché anche gli enti del Terzo Settore registrano:
- miglioramenti nella promozione della propria mission
- maggiore estensione di destinatari dei servizi
- acquisizione di maggiori competenze
- miglioramento nella ricezione di contributi economici e maggiore visibilità.
Ciononostante, le organizzazioni sociali hanno dichiarato il forte rischio di rendere il volontariato d’impresa un mero strumento di appannaggio. Il fine di queste operazioni spesso si trasforma in una strumentalizzazione volta ad accrescere l’appeal presso i consumatori senza un reale investimento nelle politiche di sostenibilità. E’ possibile allora promuovere azioni realmente sostenibili con un impatto di lungo periodo?
Progettazioni condivise per nuove forme di volontariato
L’esperienza maturata negli anni da Fondazione Cattolica, in contatto con imprese ma al tempo stesso con una rete di enti del Terzo Settore, permette di individuare una strada nella progettazione condivisa. Il volontariato di competenza, tra le formule di volontariato d’impresa in ascensa e fiscalmente deducibile, si dimostra un valido strumento per creare una connessione tra il mondo aziendale e il non profit se agito all’interno di un percorso di reciprocità. A tal punto, la Fondazione agisce per favorire la connessione tra mondi mettendo in relazione organizzazioni con obiettivi affini, valori comuni e intenti condivisi favorendo così i regolamenti varati dall’UE sui bilanci di sostenibilità che impongono alle aziende di introdurre alcuni indicatori chiave di prestazione per dimostrare di aver realmente privilegiato i lavoratori, la comunità e l’ambiente, in un’ottica di contribuzione delle aziende alla sostenibilità economica, ambientale e anche sociale.
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